E infatti, dopo appena un mese arriva il secondo Lockdown. E subito realizzo che sarebbe stato un lungo, lunghissimo inverno da affrontare.
Costretta ad abbandonare il lavoro in presenza (e anche questa volta è stato un bagno di sangue a livello economico, perché ho dovuto pagare l’affitto dello studio a Sarzana fino a marzo, nonostante non potessi usufruirne), usai tutte le mie energie e risorse per portare avanti il progetto Virtual Class.
Questa volta ero decisa più che mai a creare qualcosa che avesse una struttura più solida ed organizzata. Ci vollero diverse settimane di lavoro. Sfruttai il mio sito web (che fino a quel momento avevo un po’ trascurato) e iniziai a pubblicizzare il servizio.
Stavo urlando al mondo intero che io c’ero. Che sarebbe potuto capitare qualsiasi cosa, ma non importava. Volevo essere per le mie ragazze una sorta di porto sicuro in cui rifugiarsi per concedersi un momento per ridere, divertirsi e faticare senza pensare ad altro.
Credo di esserci riuscita. Ma ho anche la certezza nel mio cuore che senza il loro sostegno, la loro fiducia e la loro energia, oggi probabilmente non sarei qui a raccontarvi questa storia.